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Caro diario, Vendemmia 2023
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Eccoci qua: seduti e rilassati davanti al computer, con un bel calice di rosso ad accompagnare il suono della tastiera.

In realtà è già passato più di un mese dall’ultimo grappolo raccolto, ma solo ora possiamo dire di aver chiuso questo capitolo, con le uve che ormai si sono già trasformate in vino.

Adesso solamente il tempo agirà sui nostri prodotti, per trasformarli, smussarli e renderli unici.

È stata sicuramente una vendemmia molto difficile, piena d’incognite. La molta pioggia caduta nei mesi di maggio e giugno – che ha inevitabilmente portato ad attacchi da parte della peronospora – ha ridotto la produzione di circa il 30%.

Paure e incertezze

Non nego, di fronte a questa situazione, di aver cercato tra gli appunti o nelle parole di qualche vecchio fattore una strategia da mettere in atto per contrastare eventuali annate future simili a questa.

Poi però, qualche giorno fa, camminando tra i filari ormai vendemmiati, con le piante che con le loro foglie creano sfumature di colori, l’odore della terra umida e la piacevolissima brezza fresca che invita a chiudersi meglio la vecchia giacca, mi sono fermato qualche secondo ad ammirare il silenzio di quell’istante riflettendo su quante emozioni mi regali il mio lavoro.

Forse, in fondo, è proprio questo miscuglio di paura, incertezza, speranza e gioia a rendere speciale questo mestiere.

Il non sentirsi mai padroni totali di quello che può accadere, la paura di non avere le conoscenze giuste o di fare errori, vengono cancellate da quelle giornate di vendemmia assieme ad amici e familiari, dall’odore del mosto in fermentazione, dalle mani sporche di vino dopo una svinatura e soprattutto, poi, da queste passeggiate.

La meraviglia della natura

Certo: la ricerca, lo studio e la volontà di migliorarsi sono fondamentali, ma spesso di fronte alla natura bisogna semplicemente imparare l’arte dell’attesa. Così anche le annate difficili, come questa che è appena passata, diventano il testamento di un processo ineluttabile davanti al quale è necessario fermarsi, ascoltare e prendere atto. Che il nostro settore sia strettamente dipendente dai processi naturali, è in fondo una cosa meravigliosa.

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